S. Michele Arcangelo (Guido Reni 1635) |
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Ecco il testo in lingua originale del brano citato dall'Ulysses in questo video:
The proud potent titles clanged over Stephen's memory the triumph of their brazen bells: et unam sanctam catholicam et apostolicam ecclesiam: the slow growth and change of rite and dogma like his own rare thoughts, a chemistry of stars. Symbol of the apostles in the mass for pope Marcellus, the voices blended, singing alone loud in affirmation: and behind their chant the vigilant angel of the church militant disarmed and menaced her heresiarchs. A horde of heresies fleeing with mitres awry: Photius and the brood of mockers of whom Mulligan was one, and Arius, warring his life long upon the consubstantiality of the Son with the Father, and Valentine, spurning Christ's terrene body, and the subtle African heresiarch Sabellius who held that the Father was Himself His own Son. Words Mulligan had spoken a moment since in mockery to the stranger. Idle mockery. The void awaits surely all them that weave the wind: a menace, a disarming and a worsting from those embattled angels of the church, Michael's host, who defend her ever in the hour of conflict with their lances and their shields.La lettura del brano originale è ad opera di Frank Delaney e tratta dal podcast ReJoyce:
(James Joyce 1922)
https://blog.frankdelaney.com/re-joyce/
Ecco i testi delle traduzioni in italiano dall'Ulisse lette e citate in questo video:
Gli alteri, possenti attributi fecero rimbombare nella memoria di Stephen il trionfo delle loro bronzee campane: et unam sanctam catholicam et apostolicam ecclesiam: il lento evolversi e mutare del rito e del dogma simili ai suoi peregrini pensieri, alchimia di stelle. Simbolo degli apostoli nella messa di papa Marcello, le voci fuse, ciascuna cantando forte nell’asserzione: e dietro il loro cantico l’angelo di scolta della chiesa militante disarmava e minacciava gli eresiarchi. Una torma di eresie in fuga con le mitrie a sghimbescio: Fozio e la genia di schernitori uno dei quali era Mulligan, e Ario, che aveva battagliato tutta la vita sulla consustanzialità del Figlio col Padre, e Valentino, che spregiava il corpo terreno del Cristo, e il sottile eresiarca africano Sabellio che sosteneva che il Padre era Figlio di Se Stesso. Parole che Mulligan aveva detto un minuto prima per canzonatura all’estraneo. Vana canzonatura. Il vuoto incombe certamente su tutti quelli che tessono il vento: minacciati, disarmati e sconfitti dagli angeli della chiesa schierati in battaglia, l’oste armata di Michele, che la difende sempre nell’ora del conflitto, con lance e usberghi.
(Giulio De Angelis, 1960, Mondadori)
Quegli appellativi possenti e orgogliosi risuonavano in modo fragoroso nella memoria di Stephen le loro trionfanti campane di bronzo: et unam sanctam catholicam et apostolicam ecclesiam: la lenta ascesa e il mutamento del rituale e del dogma come i suoi rarefatti pensieri, una chimica di stelle. Simboli di apostoli nella messa per papa Marcello, le voci si unirono, cantando da sole in sonora affermazione: e dietro il loro canto il vigilante angelo della chiesa militante disarmò e minacciò gli eresiarchi. Un’orda di eresie in fuga con le mitrie di traverso: Fozio e il branco degli schernitori, di cui uno era Mulligan, e Ario, che combatté tutta la vita contro la consustanzialità del Figlio e del Padre, e Valentino, che rifiutava sdegnato il corpo terreno di Cristo, e il sottile eresiarca africano Sabellio, il quale sosteneva che il Padre fosse Egli Stesso il Suo proprio Figlio. Parole che Mulligan aveva da poco rivolto allo straniero tanto per ridere. Inutili risate. Il vuoto attende ovviamente chiunque tessa il vento: una minaccia, un disarmare e sconfiggere da parte di quegli angeli della chiesa schierati a battaglia, gli eserciti di Michele, sempre suoi difensori nell’ora del conflitto con le loro lance e i loro scudi.
(Enrico Terrinoni, 2012, Newton Compton)
A quei possenti e pomposi titoli riecheggiò nella memoria di Stephen il trionfo delle loro bronzee campane: et unam sanctam catholicam et apostolicam ecclesiam: il lento crescere e mutare del rito e del dogma, come i suoi peregrini pensieri, un’alchimia di stelle. Simboli di Apostoli nella messa per papa Marcello, voci miste, ciascuna cantando vocianti asserzioni. Dietro il loro cantico, il vigilante angelo della chiesa militante disarmava e minacciava eresiarchi. Un’orda d’eresie in fuga, con le mitrie a sghimbescio: Fozio e la genía dei burlatori, tra cui Mulligan e Ario in guerra perpetua contro la consustanzialità del Figlio col Padre, e Valentino sdegnoso a sentir dire del corpo terreno di Cristo, e il sottile eresiarca africano Sabellio convinto che il Padre fosse egli stesso il proprio Figlio. Parole dette da Mulligan un momento prima, per canzonar lo straniero. Canzonatura vana. Certo, il vuoto attende quelli che tessono vento: minacciati, disarmati e sconfitti da questi angeli della chiesa in ordine di battaglia, la coorte di Michele, che sempre nell’ora del conflitto la difende con lance e scudi.Ecco a confronto il credo apostolico e quello niceno:
(Gianni Celati, 2013, Einaudi)
(Credo apostolico)
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra
e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen.
(Credo niceno-costantinopoliano)Dalla Divina Commedia di Dante è stato citato il 7° canto dell'Inferno:
Credo in un solo Dio,
Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù
Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre
prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero
da Dio vero, generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono
state create.
Per noi uomini e per la nostra
salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo si è
incarnato nel seno della Vergine
Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio
Pilato, mori e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato,
secondo le Scritture, è salito al cielo,
siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti, e il suo
regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita, e procede
dal Padre e dal Figlio. Con il Padre
e il Figlio è adorato e glorificato, e
ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una santa
cattolica e apostolica.
Professo un solo Battesimo per il
perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.
«Pape Satàn, pape Satàn aleppe!»,E il 4° canto del Paradiso:
cominciò Pluto con la voce chioccia;
e quel savio gentil, che tutto seppe,
disse per confortarmi: «Non ti noccia
la tua paura; ché, poder ch’elli abbia,
non ci torrà lo scender questa roccia».
Poi si rivolse a quella ’nfiata labbia,
e disse: «Taci, maladetto lupo!
consuma dentro te con la tua rabbia.
Non è sanza cagion l’andare al cupo:
vuolsi ne l’alto, là dove Michele
fé la vendetta del superbo strupo».
Così parlar conviensi al vostro ingegno,E infine è stata citata l'Apocalisse (12:7-9):
però che solo da sensato apprende
ciò che fa poscia d’intelletto degno.
Per questo la Scrittura condescende
a vostra facultate, e piedi e mano
attribuisce a Dio, e altro intende;
e Santa Chiesa con aspetto umano
Gabriel e Michel vi rappresenta,
e l’altro che Tobia rifece sano.
Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
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